Kabaretti, che era già un estimatore della musica di Carrara ancora prima del loro primo incontro, avvenuto a Roma durante il Natale del 2013 quando il primo era impegnato a dirigere Lo Schiaccianoci, fu incuriosito dal pensiero del compositore che sta alla base del brano. “Mi è sembrata un’idea molto interessante, specialmente in tempi come i presenti dove le tensioni tra le culture aumentano ogni giorno” dice Kabaretti. “C’è tanto odio e ignoranza. Se un compositore ha la capacità di trasformare le cose in concetti musicali, è qualcosa che tutti possono apprezzare. A me piace molto ciò che lui compone, e desidero che il pubblico ascolti la sua musica”. Per Kabaretti la partitura, che ha ricevuto solo due settimane prima, è tanto affascinante quanto importante. “E’ molto romantica per me. Ci sono alcuni elementi etnici, e nel linguaggio dei solisti, ricorda una retrospettiva, come se il compositore volesse dipingere il suono della Bibbia attraverso le sue antiche connotazioni. Mi piace molto, e sono davvero felice di impararla.”
Il direttore d’orchestra, che non compirà 40 anni prima del prossimo Gennaio ma che è già molto noto nel suo Paese d’origine, pensa che anche il pubblico locale sarà altrettanto felice di essere il primo ad ascoltare Machpela. “E’ molto tonale e il suo linguaggio davvero accessibile, non troppo sperimentale o avanguardistico per il nostro pubblico. Per me è davvero interessante portare qualcosa di completamente nuovo, non nel senso di un Beethoven, di cui conosci esattamente il suono. Carrara è molto richiesto, molto noto in Italia, in Francia, in Germania, ma ancora non molto conosciuto qui. Forse da qui apriremo le porte a nuove collaborazioni.” Carrara stesso attende con emozione l’ascolto per la prima volta del brano con un pubblico Americano, come ha rivelato durante un’intervista telefonica realizzata ai primi di Gennaio da casa sua in Italia.

D. Qual è stata la tua ispirazione per Machpela?

R. La mia idea è stata quella di scrivere un doppio concerto che parli al luogo e agli uomini e alle donne. La musica deve essere una missione d’amore tra uomini e donne ma anche tra le culture. In Israele c’è una situazione molto difficile a causa di tutti i conflitti. Volevo celebrare l’eternità dell’amore. Il brano è un viaggio nel segreto dell’amore ,nell’idea di un’esplorazione dell’amore in una regione che vive in guerra.

D. Nir ha descritto il brano come come un dialogo tra culture attraverso i i due solisti. È una descrizione accurata secondo te?

R. Certamente. La musica rappresenta il dialogo tra le culture ma ancora di più tra l’uomo e la donna. IL violino è il punto di vista femminile. Rappresenta le donne delle varie culture, il violoncello tutto ciò che attiene al maschile, attraverso tutti i tempi. In molte religioni si dice che Dio sia in parte donna, in parte uomo. Da ciò l’idea di far dialogare insieme i due strumenti. Ho cercato un punto di fusione.


D. Puoi parlarci della musica?

R. Il movimento d’apertura è The Cave con riferimento non solo a Machpela ma anche al fatto che l’amore può essere una grotta. Il secondo è I dance with my wife perché l’amore può essere una danza, molto dinamica. Il terzo è The Secrets of Eternity: è quello più mistico, perché la relazione tra l’uomo e la donna è come il dilemma dell’eternità, dell’ignoto. E l’ultimo movimento è Man/Woman il viaggio dalla grotta di Hebron, attraverso la danza, alla contemplazione dell’eternità per concludersi con sole due
persone, l’uomo e la donna. Questo doppio concerto è antropomorfo, prova a descrivere la vita ordinaria di una coppia. Mi auguro l’ascoltatore possa trovare gli elementi della vita, la ricerca, la gioia, la tristezza, il circolo della vita. È questa l’idea che ha influenzato la forma.

D. Hai inserito elementi di musica Araba o Ebrea, elementi di musica popolare e se si quali?

R. Solo nel terzo movimento, all’inizio, c’è una melodia ebrea molto semplice. Ma io sono italiano, così cerco nella mia cultura, nella tipica cifra melodica italiana, la possibilità di pervenire a un elemento diverso. Puoi ascoltare la musica e percepire la cultura italiana, così come i riferimenti al Medio Oriente.

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